Diciassettesima Tappa: il sushi azionario

Ben ritrovati, il viaggio prosegue in questa tappa tornando a parlare di azioni. Nei precedenti episodi abbiamo capito insieme come funzionano e quali rischi possono presentare. Oggi cercheremo di approfondire meglio come investire in azioni mettendo insieme tutti gli strumenti presenti nel nostro zaino. Ci siamo detti che l’acquisto di azioni è legato ad obiettivi con scadenza molto lontana nel tempo. Abbiamo visto, poi, che è possibile ricevere dei dividendi quando la nostra società distribuisce parte degli utili generati. Su quei dividendi, però, paghiamo immediatamente la tassazione. Ecco, ripartiamo da qui. Maggiore è il periodo di tempo che dedichiamo all’investimento in azioni, più conveniente sarà cercare di pagare la tassazione il più tardi possibile. Scegliere azioni con dividendi elevati ci aiuterà nel breve, ma non ci permetterà di far crescere quei guadagni nel tempo perché una loro parte, come detto, si trasformerà in una tassazione. Anche se la differenza ogni anno vi sembrerà minima, continuare sempre a reinvestire il guadagno, su periodi molto lunghi, può fare davvero la differenza.

Qualcuno si starà chiedendo: ma quali azioni scegliere? Ci siamo già detti che scegliere una singola azione può essere molto complesso, le valutazioni da fare sono tante e cambiano nel tempo perché i fattori che incidono sul prezzo di una azione sono molti. Prima regola, dunque, diversificare. Ma come? Il modo più semplice, ce lo siamo già detti, è acquistare etf e fondi comuni d’investimento. In alternativa, possiamo comprare le singole azioni ricordando che la diversificazione deve essere sia geografica che per settori. Ma cosa significa di preciso? Ripartiamo anche qui con un esempio. Per comprendere meglio la diversificazione geografica, immaginate di essere proprietari di un ristorante. Potete scegliere, ad esempio, di dedicarvi alla cucina giapponese. Potete diventare molto bravi e specializzati in questo tipo di cucina, ma avrete sempre bisogno di clienti disposti a mangiare in un ristorante giapponese. Ecco, la diversificazione geografica funziona allo stesso modo. Ci siamo detti tante volte che non sappiamo come si muoveranno i mercati in futuro, quindi non possiamo essere certi che una determinata area del mondo crescerà più delle altre. Avere un ristorante con tanti piatti diversi forse non ci farà diventare il miglior ristorante al mondo, ma ci aiuterà a limitare il rischio di rimanere senza clienti. Concetto che in finanza si traduce con delle perdite per il nostro portafoglio. E la diversificazione per settori? In questo caso dobbiamo spostarci in un grande ipermercato. Tanti negozi, tante possibilità diverse di acquisti. Ecco, diversificare per settori significa investire su società che si occupano di attività molto diverse tra loro. Il nostro obiettivo sarà quello di avere un portafoglio che si comporta come un grande ipermercato: chi ci entra può avere esigenze diverse e scegliere uno dei tanti negozi per effettuare i suoi acquisti. Noi dovremo essere bravi a diventare soci di tutti i negozi. I guadagni di chi venderà meno saranno compensati con quelli di chi venderà di più.

Prima di fermarci ad osservare il paesaggio, torniamo sulla scelta delle singole azioni. Quando abbiamo parlato di tassi d’interesse, ci siamo detti che per proteggersi dall’aumento dei tassi, dobbiamo essere attenti a scegliere le azioni di società con poco debito. Cerchiamo di capire meglio questo punto. Non tutti i settori sono uguali. Ad esempio le società tecnologiche spesso hanno bisogno di tanta liquidità per sviluppare i loro progetti e soffrono i periodi di tassi d’interesse molto alti. Non possiamo quindi confrontare il livello di debito di queste società con quelle di altri settori, magari legati alla vendita di prodotti che consumiamo ogni giorno. Dobbiamo imparare a confrontare tra loro società dello stesso settore e poi, come già detto, diversificare in più settori. A questo punto, la scelta di una singola azione dipende anche dai suoi progetti futuri. Un esempio che si cita spesso è quello dei rullini fotografici. Prima dell’arrivo delle fotocamere digitali, le aziende che producevano pellicole fotografiche non temevano la concorrenza. Per scattare una foto serviva acquistare prima delle pellicole. Oggi, con le fotocamere digitali quella fonte di guadagno si è esaurita. L’insegnamento importante è che si acquista una azione investendo si sulla sua capacità oggi di generare guadagni, ma soprattutto cercando di immaginare cosa potrà accadere in futuro almeno nel settore in cui opera. Facile a dirsi, meno a farsi. Per questo, quando parliamo di azioni, l’attenzione deve essere sempre al rischio. Una singola scelta sbagliata può costarci cara in portafoglio. Per aiutarci a valutare però, sono molti i siti (occhio a quelli affidabili) che cercano di sintetizzare le informazioni di ogni società. Un primo passo per imparare è sicuramente leggere i dati di più società e confrontarli tra loro, cercando poi anche le medie di settore. È un primo passo per capire che posizione occupa la nostra società. A quel punto possiamo iniziare ad approfondire i suoi progetti futuri.

Come avrete capito, la scelta delle azioni richiede una competenza elevata. Non si tratta del miglior strumento da cui iniziare ad investire da soli. Meglio, come già detto, partire con strumenti che acquistano per noi più azioni di un settore o di un intero mercato. Questo ci aiuterà ad approfondire ed a capire meglio come si muovono i titoli più acquistati. Ricordando sempre la regola più importante: si investe solo in ciò che si conosce, altrimenti non sapremo mai reagire a tutto quello che può accadere.


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