Terza tappa: il rischio di raggiungere la vetta

Eccoci giunti alla terza tappa del nostro viaggio. Oggi proveremo a scalare insieme la montagna delle possibili alternative per il nostro portafoglio di investimenti, utilizzando gli strumenti che abbiamo messo insieme nei precedenti episodi. Quando uno scalatore decide di provare a raggiungere la vetta di una montagna sicuramente il primo dato che legge è quanto sia alta quella vetta. L’ambizione è sempre di poter arrivare in cima alle più alte vette, ma i grandi scalatori sanno bene che dietro ogni conquista si nasconde sempre qualche rischio. Lo stesso accade per i nostri portafogli: puntiamo alle vette più alte, al miglior risultato possibile, in finanza chiamato rendimento, perché in fondo abbiamo scelto di investire per guadagnarci qualcosa. Ciò che spesso trascuriamo, però, è il rischio che dobbiamo gestire per arrivare a quel risultato. Torniamo alla nostra montagna: molti scalatori hanno dovuto rinunciare a poche centinaia di metri dalla vetta perché, con determinate condizioni meteo, era troppo pericoloso proseguire.

Ecco, dobbiamo imparare proprio da loro come gestire il rischio nel nostro portafoglio. Immaginare di voler raggiungere guadagni elevati non ci aiuterà a farlo né ci proteggerà dal rischio di importanti perdite. Come fare allora? Il primo passo è sicuramente quello di conoscere gli strumenti in cui decidiamo di investire. Nei prossimi episodi cercheremo di imparare insieme come funzionano quelli più utilizzati nei portafogli d’investimento, ma la regola da tenere bene in mente è una sola: non proviamo a scalare una montagna senza conoscere il percorso che ci porterà in vetta. Il rischio di sbagliare strada o, ancor peggio, di farci male è troppo alto per improvvisare. È questo un argomento che abbiamo già trattato nell’episodio dedicato alla pianificazione, ma qui approfondiremo il tema del rischio.

Partiamo, dunque, con la nostra scalata. Prima di tutto dobbiamo scegliere una montagna alla nostra portata. Cosa significa per i nostri investimenti? Semplice, non investiamo in strumenti che abbiano un rischio di perdita più alto di quanto siamo disposti realmente a perdere. Qui qualcuno starà già pensando che se si deve scegliere, allora meglio tenere tutto fermo e se si riesce, magari, guadagnare qualcosa. Di certo questo è il metodo all’apparenza migliore rispetto a scalare una montagna a mani nude, ma non è sufficiente. Nell’episodio della pianificazione ci siamo detti che prima di tutto dobbiamo considerare i nostri obiettivi e le scadenze, che risparmiare non basta e quando parleremo di inflazione capiremo in concreto perché. Quindi, uniamo pianificazione e rischio. Ma come? Prima di tutto consideriamo che quanto più è lontana la scadenza del nostro obiettivo, tanto maggiore è la possibilità che abbiamo di scegliere uno strumento più rischioso. Il tempo, infatti, gioca a favore di qualsiasi scalatore. Se non ho fretta di raggiungere la meta prima che faccia buio, posso permettermi di prendere tutte le decisioni con la giusta calma e arrivare tranquillo al traguardo.

Facciamo, però, un altro passo avanti per capire meglio questo concetto. Se decidiamo di scalare una vetta molto alta in pieno inverno, quindi in condizioni molto difficili, farlo con calma non ci aiuterà di certo a ridurre il rischio. Questo significa che avere del tempo davanti a noi è utile per poter aspettare che il nostro investimento azionario ci dia il guadagno desiderato, ma non significa che il suo rischio sarà minore. Fermiamoci ad osservare il paesaggio per comprendere bene questo concetto prima di proseguire. Ritorniamo al nostro esempio ed alle condizioni meteo. Se c’è una giornata di sole, non troppo calda, posso permettermi di completare un percorso di 30 minuti nel doppio del tempo senza particolari conseguenze. Se, invece, dovesse iniziare a piovere e il primo rifugio è a 10 minuti, aspettare per ore che smetta può non essere la scelta ideale. E chi conosce la montagna sa che le condizioni meteo possono cambiare in tempi molto brevi. Vi starete chiedendo: cosa c’entra questo con gli investimenti? In condizioni ideali se investo nell’azionario mondiale, nel tempo, vedrò il mio investimento guadagnare. Se però dovesse esserci una pandemia, per fare un esempio dei giorni nostri, le condizioni cambiano e i movimenti sull’azionario in discesa saranno molto rapidi. Ciò significa che fissare il nostro orizzonte temporale ci aiuterà ad ottenere l’obiettivo, ma è importante anche ricordarsi che le piogge si verificano sempre e sono imprevedibili, per questo dobbiamo essere attrezzati (vi ricordate della liquidità, il nostro ingrediente segreto?).

Ecco, siamo quasi in cima ma è il momento di metterci in sicurezza. Nelle fasi più complicate delle scalate infatti, si cerca di avere sempre un gancio a cui fissare la fune per essere più stabili. Nel nostro portafoglio quel gancio si chiama diversificazione. Inserire strumenti diversi non solo aiuta a compensare i movimenti negativi con quelli positivi, ma ci permette anche di scegliere qualcosa che ci fa rischiare meno per obiettivi a breve e qualcosa che magari ci dà qualche guadagno in più, con rischio più alto, per obiettivi che richiedono maggior tempo.

A questo punto vi starete chiedendo ma quali sono questi strumenti? La prima risposta arriverà già nel prossimo episodio quando inizieremo a costruire il nostro portafoglio partendo dalle obbligazioni.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *