Speciale Btp Più: viaggio last minute o pianificazione?
Ben ritrovati in questo nuovo speciale episodio dedicato all’emissione del BTP PIÙ. Piccola premessa: oggi cercheremo di utilizzare insieme tutti gli strumenti che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti episodi. Se non li avete già ascoltati, il consiglio è di recuperare tutte le tappe del viaggio ma, come abbiamo sempre condiviso, anche questa volta procederemo passo dopo passo senza lasciare indietro nessuno. Prima di partire, una piccola anticipazione. L’obiettivo di oggi non è capire se convenga o meno sottoscrivere questo BTP, non sono neppure note tutte le condizioni e la scelta resta comunque molto soggettiva. In questa tappa del nostro viaggio, invece, impareremo ad utilizzare gli strumenti nel nostro zaino per comporre il nostro portafoglio d’investimento e comprendere se c’è posto per il nuovo BTP.
Zaino in spalla, si parte! Come abbiamo già detto nell’episodio dedicato alle obbligazioni, con il BTP, lo Stato italiano, chiede in prestito i nostri soldi e si impegna a restituirceli alla scadenza. Dobbiamo sempre essere attenti a chi prestiamo i nostri soldi per essere sicuri di riaverli indietro. Facciamo però un passo avanti, come sempre, con un esempio. Siamo partiti per la nostra escursione, c’era il sole ed abbiamo deciso di vestirci molto leggeri per non soffrire il caldo. All’improvviso però notiamo qualche nuvola, siamo saliti un po’ di quota e iniziamo a sentire freddo. Per fortuna non è la prima volta che decidiamo di fare un’escursione e nel nostro zaino abbiamo sempre una comoda giacca a vento adatta per queste occasioni. Cosa c’entra tutto questo con le nostre obbligazioni? Semplice, dobbiamo imparare a capire se chi chiede in prestito i nostri soldi lo ha già fatto in passato, se sta chiedendo sempre più prestiti e come spende quei soldi. Perché se è vero che fino ad oggi ha sempre rimborsato le sue obbligazioni, qualche nuvola all’orizzonte potrebbe comparire. Sui mercati le nuvole portano ad una discesa dei prezzi delle nostre obbligazioni: sempre meno persone sono disposte a prestare i loro soldi a quella società o a quello Stato e per farlo, chiedono maggiori interessi. Se i prezzi scendono, non potremo neppure vendere la nostra obbligazione senza rischiare di perdere una parte dei nostri soldi. Se avete ascoltato l’episodio della pianificazione, però, non avete nulla da temere: rispettare la scadenza di un titolo è il modo migliore per ridurre questo rischio.
Ma come facciamo a sapere cosa succederà domani? La risposta è ovviamente che nessuno può saperlo. Come per il meteo si possono solo fare delle previsioni. Noi non ne avremo bisogno perché abbiamo già ragionato insieme sulla soluzione: diversificare. Ecco, è il momento di fare un nuovo passo in avanti. Come si fa a diversificare con le obbligazioni? Anche in questo caso ci viene in soccorso un esempio. Durante una scalata in montagna, spesso gli alpinisti sono legati tra loro con una corda, la nota “cordata”. Questa semplice scelta può salvare letteralmente la vita aiutando il soccorso di uno loro, per esempio durante una caduta, poiché consente agli altri di intervenire. E per le obbligazioni? Acquistare obbligazioni di una sola società o Stato significa legare la corda intorno a sé stessi. In caso di problemi, non ci sarà nessun altro pronto a salvarci. La prima regola per diversificare, dunque, è scegliere emittenti diversi. Avrete intuito che acquistare solo BTP non è un ottimo modo per diversificare. Come gli alpinisti, poi, dobbiamo sapere cosa fare in caso di pericolo, essere legati ad una corda non basta. Nel nostro portafoglio questo si traduce nel diversificare tra società che operano in settori diversi. Di solito, infatti, è più difficile che tutte avranno la stessa difficoltà a rimborsarci alla scadenza. Qualcuno starà pensando che ci sono stati momenti, come il periodo covid, in cui i prezzi scendevano in quasi tutti i settori. Cosa fare in questo caso? Se avete ascoltato i precedenti episodi, saprete già che una attenta pianificazione e una corretta diversificazione prevedono sempre un ingrediente segreto: la liquidità. Ci aiuterà a gestire questi momenti di difficoltà ed a sfruttare l’occasione di comprare le nostre obbligazioni a prezzi più bassi. Sempre quando abbiamo parlato di pianificazione, poi, abbiamo ragionato insieme sull’importanza del rispettare le scadenze. Ecco, scegliere scadenze differenti per le nostre obbligazioni è un’altra forma di diversificazione.
Qualcuno si starà chiedendo: è utile allora acquistare il nuovo BTP PIÙ? Il podcast dovrebbe averci insegnato che la risposta a questa domanda è “dipende”, ma è arrivato il momento di capire da cosa dipende questa scelta.
Partiamo proprio dalla scadenza. Il nuovo BTP avrà una scadenza di 8 anni. È, dunque, utile alla nostra pianificazione se siamo in grado di rispettare questa scadenza. C’è, però, una novità. Lo Stato permetterà il rimborso del capitale, tutto o in parte, dopo 4 anni. Ciò significa che se decideremo di interrompere prima il nostro investimento, dopo 4 anni riavremo sia il capitale che gli interessi maturati fino a quel momento. Chi ha ascoltato gli episodi dedicati ricorderà che abbiamo già parlato di rimborso anticipato, anche se in quel caso la scelta era dell’emittente. Ci siamo detti, infatti, che se l’obbligazione è rimborsata in anticipo, noi recuperiamo prima i nostri soldi ma non è detto che troveremo in quel momento una alternativa altrettanto valida in cui investire. Come scegliere? La pianificazione deve essere costruita sulla scadenza iniziale di 8 anni anche perché, come capiremo fra poco, le cedole saranno crescenti nel tempo. Il rimborso anticipato è solo una corda che può aiutarci, proprio come i nostri scalatori, in caso di necessità. Per esempio, una spesa imprevista, che non può essere gestita solo con la nostra liquidità potrà essere affrontata con un rimborso anticipato per non dover disinvestire altri strumenti nel nostro portafoglio.
So che qualcuno starà pensando: se ho la possibilità di rimborsare prima, magari posso aumentare l’importo che scelgo di investire in questo BTP, al massimo accederò al rimborso dopo 4 anni. La prima regola, però, resta sempre la pianificazione. Quella parte in più potrebbe essere investita in altre soluzioni con maggior rendimento, mantenuta liquida, investita su scadenze diverse. Ricordiamoci sempre che è lo strumento che deve adattarsi al nostro portafoglio ed alle nostre esigenze e che il viaggio negli investimenti ha bisogno sempre di una corretta pianificazione.
E le cedole? Questo BTP pagherà delle cedole fisse ogni 3 mesi, con un meccanismo chiamato “step-up” dopo 4 anni. Cosa significa di preciso? Partiamo dalle cedole. Come già detto negli episodi dedicati, una obbligazione a tasso fisso ci garantisce degli interessi, che aumentano la liquidità sul nostro conto corrente, in questo caso ogni 3 mesi. Due precisazioni. La prima è che ogni volta che l’emittente ci paga degli interessi, noi riceviamo quell’importo al netto delle tasse da pagare. Nel caso dei BTP, come già analizzato, la tassazione è agevolata al 12,5% (ciò significa che ogni 100euro di guadagno lordo, pagheremo 12,5 euro di tasse e riceveremo netti sul conto 87,5euro). La seconda, ricorderete, riguarda proprio l’aumento della liquidità. Se abbiamo deciso, nella nostra pianificazione, di mantenere un certo importo di liquidità sul conto, avremo bisogno di reinvestire quelle cedole, cioè di trovare un nuovo strumento in cui investire i nostri soldi. Questo significa che, se le cedole non ci servono per coprire delle spese, dobbiamo valutare, ancor prima di acquistare il BTP, come reinvestirle. È un passaggio importante questo, che spesso è trascurato nella pianificazione. Ricevere degli interessi sul conto dopo aver pagato la tassazione, infatti, non è la scelta migliore se sto pianificando un investimento per un lungo periodo. Spostare in avanti il momento in cui dovrò pagare la mia tassazione, significa mantenere una cifra investita più alta e quindi avere nel tempo maggiori opportunità di guadagno. Ancora una volta, dobbiamo ricordare di pianificare prima i nostri obiettivi e solo dopo scegliere lo strumento più adatto, che può anche essere il BTP PIÙ.
E il meccanismo di “step-up”? Semplice: lo Stato ha deciso che il tasso di interesse dei primi 4 anni sarà più basso di quello degli ultimi 4. Cosa cambia nel nostro portafoglio? Per capirlo dobbiamo ricordare l’episodio dedicato ai tassi di interesse. Se i tassi di interesse aumentano, ci saranno nuove obbligazioni con tassi più alti della nostra. Nessuno vorrà comprare una obbligazione che fa guadagnare meno. Quindi, il prezzo della nostra obbligazione scenderà fino a quando chi l’acquista potrà ottenere, a parità di scadenza e di emittente, lo stesso guadagno con entrambe le obbligazioni. Avete già intuito come questo può incidere sul nostro BTP PIÙ? Se i tassi tra 4 anni saranno più bassi di quelli garantiti dal nostro BTP, il suo prezzo salirà. Ricordate però che il rimborso del btp sarà “alla pari”, cioè ci restituiranno solo i soldi prestati oltre alle cedole già decise all’inizio. In una obbligazione a tasso fisso come questa, mantenuta fino alla scadenza, il guadagno finale è sempre quello deciso in partenza.
Siamo quasi giunti in cima alla nostra montagna, ma prima di fermarci ad osservare il paesaggio, è il momento di tirar fuori dal nostro zaino un altro strumento. Dobbiamo ritornare all’episodio dedicato all’inflazione. Ci siamo detti che, nel tempo, l’inflazione svuota il nostro carrello della spesa perché con gli stessi soldi, un aumento dei prezzi, ci permette di acquistare meno prodotti. Ecco, nel costruire il nostro portafoglio è fondamentale imparare a gestire il tempo. Ci sono investimenti alternativi al BTP PIÙ nei prossimi 8 anni? Ne troveremo diversi, alcuni magari già nel nostro portafoglio, altri che rappresentano delle interessanti alternative di acquisto. Come scegliere? La prima regola è che, nel tempo, il nostro carrello dovrà sempre essere pieno, cioè dovremo sempre essere in grado almeno di pareggiare con i nostri guadagni l’aumento dei prezzi. Dobbiamo, poi, ricordare che questo risultato si ottiene attraverso la diversificazione e che è altrettanto importante rispettare la nostra propensione al rischio. Ciò significa che nella nostra ricetta ogni ingrediente deve avere il giusto spazio. Non serve cercare guadagni elevati con strumenti che magari mettono a rischio il nostro capitale proprio nel momento in cui abbiamo bisogno di utilizzarlo. Allo stesso modo non dobbiamo commettere l’errore di perdere delle opportunità che il giusto tempo di investimento può offrirci. Saper mettere insieme, con i giusti strumenti, ad esempio obbligazioni ed azioni può aiutarci a raggiungere l’obiettivo. Solo così riusciremo davvero a goderci il nostro viaggio tra gli investimenti.
Siamo così giunti al termine anche di questa tappa del viaggio, se avete dubbi o volete segnalare degli argomenti da chiarire meglio su questo o altri episodi, non esitate a scriverci agli indirizzi che trovate sulla pagina del podcast o sul nostro sito(con un commento qui in basso o attraverso il form contatti). In fondo, il bello di un viaggio è anche la compagnia!